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Rifiuti, sequestrato il centro Brucazzi: ci sono anche due indagati

I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Palermo, unitamente a personale di ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) Sicilia, a seguito di complesse e articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Gela e condotte nell’ambito dell’attività di contrasto agli illeciti in materia ambientale, hanno dato esecuzione al decreto di applicazione della misura cautelare reale del sequestro preventivo emesso dal Gip del tribunale di Gela, su richiesta della Procura, nei riguardi di responsabili della società ATO Ambiente CL2 s.p.a in liquidazione sull’area sita in contrada Brucazzi di Gela, dove insiste l’impianto di compostaggio. Nell’ambito de procedimento penale risultano indagati – per i reati di inquinamento ambientale e gestione illecita di rifiuti in concorso – il commissario liquidatore della prefata società nonché il responsabile tecnico del predetto impianto.

Il provvedimento in questione, che convalida – tra l’altro – il decreto di sequestro preventivo urgente emesso dalla Procura della Repubblica di Gela nei confronti della medesima società e impianto, già eseguito nei giorni scorsi dalla polizia giudiziaria, dispone altresì la nomina di due amministratori giudiziari per la gestione dei beni aziendali e dell’impianto, la cui formale immissione in possesso è avvenuta il 29 luglio 2022. Si tratta di un accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari, che necessita pertanto della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa. L’attività investigativa veniva svolta congiuntamente dal NOE Carabinieri di Palermo e da ARPA Sicilia a far tempo dal mese di settembre 2021 e fino al mese di luglio 2022, mediante esecuzione di plurimi sopralluoghi, foto e videoriprese, campionamenti e acquisizioni documentali, il tutto corroborato dalla relazione di un geologo nominato quale ausiliario di polizia giudiziaria. Già in precedenza era stato sottoposto a sequestro un appezzamento di terreno di proprietà della ditta “Sicilsaldo s.p.a.”, poiché fortemente contaminato dalla presenza di percolato in superficie, nonché quattro vasche di cemento per la raccolta di percolato, della capacità di 15.000 litri cadauna, presenti all’interno dell’impianto di compostaggio di contrada Brucazzi, mai autorizzata e dalle quali veniva riscontrato lo sversamento di sostanze inquinanti. Gli elementi raccolti hanno consentito di ipotizzare in capo agli indagati un’illecita attività di raccolta e smaltimento di rifiuti, tale da cagionare una compromissione significativa e misurabile del suolo e del sottosuolo nonchè dell’ecosistema della predetta area in cui insiste l’impianto di compostaggio e dei terreni di proprietà della società “Sicilsaldo s.p.a.”. Il valore economico dei beni posti in amministrazione giudiziaria si aggira sui 2 milioni di euro

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